picavasnormandy: (Default)
pica ([personal profile] picavasnormandy) wrote2019-02-18 10:12 pm

[D&D OC] Neve nel palmo di una mano

Fandom: Originale (campagna di D&D)
Rating: safe
Note: @ CHIBI, NUKI E TALPY QUESTO È UN COLTELLO E QUESTO È DAMJAN. NON LEGGETE. AVVISATE. XOXO
 
Cow-t: settimana 2, M2 (Neve)

L'Albero della morte attorno a cui sorge il tempio della famiglia Krishorn è uno dei luoghi che Nuvian preferisce in assoluto. 
 
Ogni volta che deve trascorrere del tempo lontano da casa è questo il primo posto in cui è ansiosa di tornare, come se la sua sola vista riuscisse in qualche modo a riappacificare la sua anima inquieta, costantemente alla ricerca di qualcosa e mai completamente a posto con sé stessa. Non importa quanto lontano i suoi pellegrinaggi la possono portare, perché qui, nel luogo del riposo dei suoi antenati, è dove Nuvian torna per rinnovare la sua profonda connessione con queste terre, con la casa dei suoi padri e con l’anticipazione a volte spaventosa di un’immortalità che le è stata marchiata addosso – un destino insindacabile. 
 
È inverno innevato a Metrol, adesso. È da lì, dalla fiorente e variopinta capitale di Cyre, che Nuvian è appena tornata. Nonostante la guerra sia ormai divenuta una preoccupante normalità, a Khorvaire, ogni volta che ritorna in quelle terre, al centro dell’ormai sfasciato Impero di Galifar, Nuvian non può fare a meno di rimanere affascinata dalla vivacità degli abitanti della capitale, dal colore delle sue piazze, dalla magia che sembra pervadere ogni angolo di strada, incurante degli orrori che si consumano appena fuori dalle mura della città. 
 
Sono creature ambigue, gli umani, così effimeri nella loro precarietà, eppure in grado di amare ed odiarsi assieme con tanta forza da distruggere regni, smuovere eserciti o produrre meraviglie quando la guerra impazza alle porte delle loro case. La prepotenza con cui rivendicano il proprio sfuggente posto nel mondo l’ha sempre affascinata e mai smetterà di farlo. 
 
E forse è proprio per questo che a volte ha bisogno di ritornare qui, dove il passato, il presente ed il futuro sfumano per lasciar spazio all’eternità di una’esistenza che perdura oltre la morte. È rassicurante sapere che la vita non è il primo né l’ultimo viaggio in cui l’anima s’imbarca - sapere che esistono segreti che una mente mortale come la sua non può comprendere, non ancora, ma a cui può aspirare se persegue il giusto cammino che gli Immortali hanno tracciato per lei. 
 
C’è anche un’altra ragione per cui questo posto la rassicura più di qualunque altro, e quella ragione è Chrysanthi. All’ombra delle fronde argentate della quercia, pacificamente seduta sopra alle sue antiche radici, questo è anche il luogo in cui Chrysanthi la aspetta ogni volta, senza mai perdersi il suo ritorno. 
 
Lei è ciò che le mancherà maggiormente della sua vita mortale, pensa Nuvian ogni singola volta, senza eccezioni. 
 
“Ho saputo da Quarion mordral che saresti stata di ritorno oggi,” le dice Chrysanthi venendole incontro, avvolta nella sua sottile veste estiva, i capelli riccioli e del colore delle foglie d’autunno che ondeggiano morbidamente sulle sue spalle – e non appena esce dall’ombra dell’albero il sole le bacia il viso come Nuvian vorrebbe baciare le sue lentiggini dorate. 
 
“Chrys, non c’è bisogno che mi aspetti ogni volta. Saresti comunque la prima che verrei a cercare,” la rassicura come cento altre volte, eppure fra le sue parole è annidata la consapevolezza che un suggerimento del genere non verrà mai accolto, e in fondo le va bene anche così. 
 
Con un sorriso pieno, Chrysanthi le getta le braccia attorno al collo e la stringe in un abbraccio il cui calore le era mancato più di ogni altra cosa, sotto la neve di Metrol. 
 
“Bentornata a casa, Nuvian,” le dice, e Nuvian non può fare a meno di restituirle un sorriso tiepido, ricolmo d’amore. 
 
“Ti ho portato un regalo da Metrol. Questa volta ho avuto del tempo per visitare la città.” 
 
Chrysanti inclina appena il capo, con un guizzo di piacevole sorpresa negli occhi e nella curva appena accennata ai lati della bocca. Nuvian sa che sua sorella non è affatto il tipo da fare complimenti, quindi non si sorprende quando le afferra le mani e la accompagna verso l’albero, con espressione entusiasta. 
 
“Adoro i regali,” le dice. “Devi raccontarmi tutto di Khorvaire.” 
 
Nuvian annuisce, sedendosi al suo fianco all’ombra delle foglie, su uno spesso nodo di radice.  
 
“Ti racconterò ogni cosa, promesso. Ma prima...” 
 
S’interrompe nello sfilarsi la tracolla dalla spalla, per poi rovistarci dentro sotto lo sguardo attento e curioso della sorella. “Non guardare,” mormora con un mezzo sorriso sulle labbra, e la sente risponderle ad un dito dall’orecchio, impaziente: “Non sto guardando.”  
 
“Sei una pessima bugiarda,” le dice. Dalla tracolla tira fuori un oggetto a forma di sfera avvolto in un panno di pelle, che porge con delicatezza alla sorella. “Ma questo è per te, Chrys.” 
 
Chrysanthi accetta il dono trattenendo il respiro, lo soppesa fra le mani e lo rigira con cautela, sperando di carpirne i segreti ma timorosa di danneggiarne il contenuto. Solleva il capo dopo qualche attimo. 
 
“Posso aprirlo?” 
 
“Devi aprirlo, è tuo.” 
 
Nuvian la osserva sorridere – il suo sorriso è morbido e appena accennato e i suoi occhi hanno lo stesso calore dell’estate - e poi tornare a studiare la sfera. Inizia a disfarne l’involucro, e mentre lo fa, senza accorgersene, si mordicchia il labbro con anticipazione.  
 
Persa ad ammirare il suo profilo, Nuvian quasi sussulta quando la vede gettare le braccia all’insù, il panno di pelle ormai scivolato via dal suo dono, e la piccola sfera trasparente, puntata verso il cielo, stretta fra le sue dita morbide. Chrysanthi inclina il capo con sguardo interrogativo, la fronte aggrottata dal dubbio. 
 
“Vivi, non capisco,” le dice, continuando a rigirare la sfera fra le mani, intenta a catturare raggi di sole forse per attivarne un qualche meccanismo nascosto. 
 
“È perché non la stai usando nel modo giusto. Aspetta, ti faccio vedere.” 
 
A vederla porgere le mani, Chrysanthi le restituisce la sfera. Nuvian la rivolta e l’avvicina al viso, in cerca di qualcosa, fino a quando: “Ecco!” Con un sorriso soddisfatto mostra di nuovo l’oggetto alla sorella, che si sporge a osservare con occhi dubbiosi. 
 
“Vi, non è cambiato niente...” 
 
“No, qui, guarda meglio,” insiste Nuvian, e con il dito indica la porzione sulla cima della sfera. “La vedi? C’è una piccola runa incisa sul vetro.” 
 
Chrysanthi assottiglia gli occhi. “Posso?” E quando Nuvian annuisce, lei afferra di nuovo la palla per studiarla da vicino. “Hai ragione. È quasi invisibile.” 
 
“La cosa che preferisco dei Cyrani è che per loro la magia è solo un’altra forma d’arte,” le spiega. “Oggetti come questo si trovano ovunque.” 
 
Chrysanthi annuisce assorta, ma intanto le sue dita si tanno già muovendo sulla sfera. Non appena traccia la runa con la punta dell’indice, questa prende a brillare di una tenue luce celeste. “Oh!” 
 
L’effetto comincia come quasi impercettibile. All’inizio non sono che minuscole macchie bianche che lentamente chiazzano il cuore della sfera, espandendosi poi fino a dare una parvenza di movimento pigro e leggero, dalla cima della sfera verso la sua base. È solo dopo, quando l’intera circonferenza sembra venirne pervasa, che l’effetto diviene davvero spettacolare: dal cielo, come se stessero precipitando dalle fronde stesse della quercia argentata, miriadi di fiocchi di neve cominciano a cadere tutt’attorno a loro come se l’inverno di Metrol fosse riuscito a far breccia nel cielo tropicale di Aerenal. 
 
Nuvian non si stancherà mai di ammirare i frutti della creatività Cyrana. 
 
Chrysanthi trattiene il fiato, con il naso all’insù e gli occhi spalancati come fosse appena tornata una bambina. “Vivi, ma è...?”  
 
“Neve,” conferma Nuvian. È sicura che uno spettacolo del genere sia ancora più ricolmo di meraviglia agli occhi di una che, come sua sorella, ha sempre e solo goduto delle calde estati e delle miti primavere di Aerenal. “Ho pensato che ti sarebbe piaciuto vederla. Metrol è completamente imbiancata in questo periodo dell’anno.” 
 
Con un sorriso sospeso fra le labbra, Chrys solleva la mano libera, il palmo all’insù a tentare di catturare fiocchi di neve che tuttavia le scorrono incorporei attraverso la pelle, estinguendosi poco più giù fra le radici dell’albero. 
 
“Com’è bella,” sussurra la sua voce incantata. “Vorrei sapere cosa si prova a toccarla.” Si volta. Sul volto Nuvian le riconosce quel suo sorriso vivace che sfoggia quando muore dalla voglia di raccontare o mettere in atto un’idea che le è appena guizzata in testa. “Un giorno mi devi portare a vederla. La neve, Metrol e tutti i posti meravigliosi di cui mi racconti sempre.” 
 
Nuvian chiude gli occhi, poi china il capo di lato e si appoggia alla spalla della sorella. 
 
“Quando la guerra sarà finita,” risponde. Sono tante le meraviglie in cui le capita di imbattersi, ma ancora più sono gli orrori che si trova a fronteggiare – non sono mai viaggi di piacere, in fondo, quelli che la portano così lontana da casa. “Abbiamo ancora tempo, Chrys. Ti porterò a girare il mondo.” 
 
Sente il suo corpo sussultare leggero in un sorriso, poi le dita di Chrysanthi s’insinuano fra le sue e lei le accoglie con dolcezza, lasciandosi scappare un sorriso a sua volta. 
 
“Per adesso che ne dici della tua stanza?” La sente domandare. “Papà vorrà sicuramente sapere come stai. E poi ti sarà mancato il tuo letto.” 
 
Nuvian stringe le spalle. “Mi è mancato il tuo, Chrys,” le dice ad occhi chiusi, mollemente. 
 
Rimangono in silenzio per diversi istanti, mano nella mano, avvolte da fiocchi di neve in una soleggiata giornata primaverile. 
 
“Mi sei mancata anche tu, Vi,” le sussurra infine Chrysanthi. Nuvian sorride al bacio che si sente posare contro la fronte. 
 
È con la sua persona preferita nel suo luogo preferito al mondo. Tutto il resto può aspettare.