picavasnormandy: (Default)
[personal profile] picavasnormandy
Fandom: originale
Personaggi: Elior
Rating: safe
Parole: 735
Warning: //
Note: scritta per il cow-t, quinta settimana, prompt "Circo"

L'interno del carretto è piccolo e umido, puzza di muffa e di alcool e altri odori che Elior non è capace di riconoscere, ma almeno ha quattro pareti di legno ed un tetto sopra la testa a ripararlo dalle intemperie. Sembra poco, ma non lo è per lui. 
 
La prima cosa che fa è rannicchiarsi in un angolo. C'è spazio in abbondanza per una mezza dozzina di persone strette l'una all'altra, ma a lui non importa: è cresciuto così, imparando a riempire i piccoli vuoti indispensabili e a non oltrepassare confini che non avrebbe dovuto, e solo così si è potuto evitare un mucchio di calci e botte e sputi in faccia che erano fin troppo frequenti quando ancora non aveva capito come stare al mondo. Nel suo angolo buio e stretto, invece, è quasi facile sentirsi al sicuro, cullato dall'ondeggiare instabile del carro che ha preso a muoversi in coda alla carovana.  
 
Una nuova partenza, l'ennesima, solo che questa volta non ha idea di dove lo porterà il viaggio, e nessuno si è preso la briga di dirglielo. Nemmeno questo gli importa, in fondo, perché Elior sa che non c'è stato né mai ci sarà un posto per uno come lui, nel mondo, e quindi tanto vale accettare questi angoli bui e stretti offerti dalla bontà di visi sconosciuti, mani, volti duri, occhi che nemmeno si accorgono di lui, quando gli dicono: "Sali, da oggi questa è casa tua." 
 
Elior non ce l'ha mai avuta, una casa – o meglio, l'aveva un tempo, quando c'era ancora la mamma, ma quello è stato una vita fa, prima che spuntassero le ali sulla schiena come un cattivo presagio e che i suoi vicini lo chiamassero maledetto, portatore di sciagure, demone, e che trascinassero la mamma al centro del villaggio per pestarla con i bastoni, prima, e poi a mani nude e a calci, fino a quando lei non aveva smesso di piangere, e allora l'avevano caricata contro un grosso tronco d'albero, le avevano legato il corpo e l'avevano lasciata a bruciare con la testa penzolante e gli occhi già chiusi, l'anima già persa. Se pensa a casa, Elior ricorda solo questo, e non vuole ricordare. 
 
Allunga una mano e stringe le dita piccole e sottili attorno ad un panno abbandonato sul fondo del carro. Se lo trascina addosso e ci si avvolge dentro, stringendosi le ali piumate contro la schiena. È umido e sporco e puzza come tutto il resto, quindi presto puzzerà anche lui, ma nessuno gli ha ordinato di non puzzare, quindi non se ne preoccupa.  
 
Stai buono qui finché qualcuno non ti dice cosa fare, è stata l'unica cosa che gli hanno detto, e lui ha obbedito. Ha chiesto dove fosse diretta la carovana ma nessuno gli ha risposto, quindi ha domandato cosa volesse dire la grossa scritta dipinta sul carro variopinto in testa al gruppo, e una ragazza giovane, con il seno abbondante e due grosse zanne che spuntavano dalle labbra, gli ha risposto di fretta, senza nemmeno guardarlo: "C'è scritto 'circo', no? Non sai leggere?". Elio, effettivamente, non sa né leggere né scrivere, ma questo non ha fatto in tempo a dirglielo. Non sa nemmeno cos'è un circo, anche se è una parola che ha già sentito pronunciare in qualche taverna durante il suo vagabondare. C'era sempre una risata ad accompagnare i discorsi su questo circo, e della birra nei boccali degli uomini che ne parlavano, quindi Elior immagina che non possa essere un destino tanto tremendo, quello di esserci finito in mezzo. 
 
Una cosa è certa, almeno, e cioè che nessuna di queste persone del circo l'ha preso a bastonate né gli ha urlato di morire quando ha visto le sue ali – nessuno, effettivamente, è sembrato nemmeno farci caso, e ad Elior una cosa del genere non era mai capitata prima. Potrebbe persino essere stato fortunato, si dice mentre le palpebre, pesanti, iniziano a calare sugli occhi stanchi. Potrebbe piacergli questa nuova casa, questo nuovo branco – no, si corregge, a pensarci bene già gli piace. Se ne starà buono e zitto nel suo spazio indispensabile, nascosto sotto il suo panno sporco, e quando qualcuno gli dirà finalmente cosa fare, lui obbedirà come un soldatino e con il sorriso sulle labbra. Perché è un bravo bambino, e questo glielo diceva sempre la mamma. Ed Elior farebbe di tutto per un pezzo di pane e per sentirselo dire di nuovo.  
This account has disabled anonymous posting.
If you don't have an account you can create one now.
HTML doesn't work in the subject.
More info about formatting

Profile

picavasnormandy: (Default)
pica

February 2021

S M T W T F S
 123456
78910 111213
14151617181920
21222324252627
28      

Style Credit

Expand Cut Tags

No cut tags
Page generated Jul. 9th, 2025 03:29 am
Powered by Dreamwidth Studios