[CRITICAL ROLE] Panchina
Mar. 10th, 2018 10:48 pm![[personal profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/user.png)
Pairing: Beau/Yasha
Parole: 756
Rating: safe
Warning: modern AU
Note: scritta per il cow-t ultima settimana
«Eddai» è un lamento quasi miagolato contro il collo di Yasha. «Eddai. Eddai eddai eddai.»
Se esiste nulla di certo a questo mondo, è che la sua ragazza è un’enorme rottura di cazzo, quando ci si mette – e Yasha deve riconoscere suo malgrado che Beau ci si metta con una certa frequenza, a tentare di farle perdere la pazienza.
«Beau, no» sibila, roteando gli occhi ed allungando una mano per spingerla via sulla panchina sulla quale sono appollaiate ormai da un po’. Beau si lascia allontanare quanto basta a darle l’illusione di esser riuscita finalmente a farla tacere, quindi torna ad opporre resistenza riversando tutto il proprio peso contro di lei. Mugugnando un lamento fra i denti.
«Mmmmheddai, ma che vuoi che sia?»
Yasha sbuffa, scuote la testa, e ormai ha perso il conto di quante volte ha ripetuto questo stesso gesto nell’ultima mezzora. Maledetto l’istante in cui le è venuto in mente di proporre a Beau una passeggiata nel giardino del campus, un disastro annunciato che avrebbe dovuto ormai imparare a prevedere.
«Ho detto no. Guarda che ora mi alzo e me ne vado se non la pianti» la allontana di nuovo, e lei si inarca come un gatto sfuggendo al suo tocco, tornando in men che non si dica a spalmarglisi addosso. «Beau…» mormora ormai senza più la forza di opporsi, sperando che lei colga tutta l’esasperazione raccolta nella sua voce. Non succederà, lo sa, ma a questo punto non le è rimasto più molto altro in cui sperare.
«Uno solo» la sente pregare, «Piccolo piccolo» e quando abbassa gli occhi Beau la sta osservando dal basso, aggrovigliata ai suoi fianchi e con il mento appoggiato contro il suo petto, gli occhi grandi e supplichevoli come quelli di un cerbiatto.
La odia quando fa così. La odia, e Beau lo sa benissimo – sa benissimo che vorrebbe baciare quel suo adorabile visino da stronza, ma non lo farà. Non gliela darà questa soddisfazione.
«No» le ripete, irremovibile, ricevendone in risposta un broncio di tutto rispetto.
«E allora sai cosa ti dico?» fa Beau, con le sopracciglia inarcate ed un principio d’offesa nell’espressione a cui Yasha non crede nemmeno per un istante – al contrario, l’esordio la allarma alquanto. «Che io lo faccio lo stesso.»
«No, Beau—No!»
Ma è troppo tardi. Beau aggrappa entrambe le mani alle sue spalle, le si spinge addosso e solleva un ginocchio per scavalcarla, finendole a cavalcioni sulle gambe senza troppa difficoltà. Yasha fa appena in tempo a puntare gli occhi nei suoi e a scorgere il ghigno malizioso che gli increspa le labbra, che Beau si sporge in avanti per soffocare quel che rimane della sua imprecazione fra le labbra di entrambe, premute una contro l’altra.
«--Ma porco cazzo!»
Inveisce Yasha tutto d’un fiato quando l’altra si sposta – o meglio, quando se la strattona via di dosso che l’altra è già piegata in due dalle risate.
«Sei tutta rossa, amore!» La sente esclamare, e se possibile si sente le guance avvampare ancora di più.
«Sei una cazzo di stronza» ringhia fra i denti, e Beau ride ancora più forte, eppure questa volta non ce la fa davvero a cacciarla via quando questa le si accascia addosso stringendo le braccia attorno al suo corpo – al contrario, le affonda il naso nel collo e lo strofina nervosamente contro la sua pelle, affogando nel suo profumo. «La prossima volta che lo fai ti ribalto. Ci avrà visto tutto il campus» borbotta imbarazzata, eppure continua a stringersela addosso.
«Yasha, dubito che tutto il campus abbia qualcos’altro da vedere, ormai» le dice baciandole il collo distrattamente.
«Smettila.»
«Costringimi.»
Yasha sbuffa. «No, che poi ti piace.» La sente ridacchiarle addosso. «Ma quando torniamo in camera ti faccio vedere.» Le vibra tutta quanta addosso. Fa le fusa adesso, la sua ragazza, come se non fosse già abbastanza assurda per conto suo.
Yasha sospira piano, e pensa che in fondo non ha poi così tanta voglia di alzarsi da questa panchina. Che forse può sopportare gli sguardi degli altri studenti un po’ più a lungo, se questo significa perdersi ancora nel profumo della pelle di Beau, nella sua voce soffocata contro la pelle come se appartenesse solo a lei, nelle sue mani che non si stancano mai di cercarla, in questo abbraccio che per qualche motivo non le ha mai dato fastidio come tutti gli altri.
La stringe, e quando Beau la bacia per la seconda volta, Yasha si dimentica di dirle di no. E assaggia le sue labbra, dimenticandosi di tutto il resto.